mercoledì 31 dicembre 2008

Marvel Major Events: 5 - The Korvac saga (Avengers #168-177, 1977-1978)

Trama
I Vendicatori si uniscono, fra loro e con i Guardians of the Galaxy*, e le prendono. A trifolarli sono, in ordine: Ultron, the Collector, Korvac, Carina (figlia del Collector e compagna di Korvac). Poi, all'ultimo, a Korvac gli passa la voglia (né più né meno), ma non dopo aver ammazzato un po' di gente ed averla fatta rivivere (potenza del power cosmic).Giudizio sintetico
Insomma, mica un granché. L'intera saga in realtà è rappresentata da uno sfondo comune, labile e poco esplorato, a episodi e temi tra loro molto dissimili (lo scontro con Ultron, poi quello con il Collector, qualche power play fra Cap e Tony, la gelosia di Quicksilver nei confronti di Vision, i Guardians of the Galaxy che si fanno principalmente i cavoli propri, e tutta una calderonata di robe del genere, abbastanza alla rinfusa). Il risultato è che per avere qualche colpo di scena bisogna arrivare a uccidere i personaggi (prontamente resuscitati, ovviamente), uno dei mezzucci classici per fingere una profondità narrativa che non si riesce ad ottenere in altre maniere.Son cose
Più che le rocambole, i cazzottoni o le solite sequele di varia verbosaggine, quello che affascina della saga è l'ambiguità dell'architettura ideologica sulla quale Shooter ha deciso di basare il tutto. Korvac infatti non è il solito cattivone "incompreso ma in fondo in fondo buono" con un piano di riforma universale che prevede una fraccata di morte e dolore per un bene superiore - al contrario, Korvac, sotto le risibili spoglie terrene di un biondone giuggiolone, si rivela essere proprio un buono-buono, il cui obiettivo sarebbe stato di dare la felicità e l'indipendenza a tutti gli esseri umani senza contropartite negative o inghipponi fraciconi (e infatti alla fine si lascia morire non perché sopraffatto, ma perché deluso dalla piccineria tutta mazzate sulla capa degli eroi che gli si scagliano contro senza quasi averne un motivo).Saltano agli occhi
-fra i vari disegnatori, si nota un giovane Pérez già a completo agio con scene d'azione di massa (che poi non riesca quasi a far dei primi piani anatomicamente decenti è un altro discorso);
-la fissa di Shooter per i personaggi onnipotenti si mostra già qui in tutta la sua potenziale perniciosità, anche se bisognerà aspettare qualche altro anno per vederla deflagrare in tutta la sua deplorevole miseria**
Prossimo evento in programma
The Dark Phoenix Saga

* Guardians of the Galaxy che qui erano ancora scritti come provenienti dal futuro, e non da un universo parallelo come sarà poi in seguito
** Secret Wars I e II (e scusate la profanità)

domenica 28 dicembre 2008

CONIGLI ASSASSINI! SCRITTORI ASSASSINI! TOKYO MINACCIATA DA MOSTRI ASSASSINI!

post in formato magazine, che fa tanto figo!
[AGGIORNAMENTO]: la vendetta dello spirito della vendetta! ghost rider continua a piacermi: jason aaron sta diventando uno dei miei sceneggiatori marvel preferiti. potrebbe perdersi nel tentativo di emulare garth ennis, e invece finisce per surclassarlo sul suo stesso campo. Angeli, demoni, guerre per il paradiso, tanti ghost rider (giapponesi, cinesi, indiani...) , tante botte, tanti dialoghi divertenti e tanta continutity. e, soprattutto, la pagina della posta: ormai scomparsa da quasi tutte le testate, viene riesumata con un intelligente colpo di nerditudine da parte dello scrittore che ne approfitta per divertirsi in compagnia dei lettori.
nota di merito anche per i disegni di tan eng huat, che sono sempre più adatti al tono della serie.

[BOOK OF THE MONTH]: Usagi Yojimbo by stan sakai
avevo lasciato da parte i miei albetti mensili del coniglio samurai per un annetto, così mi sono ritrovato a leggere una decina di storie in un solo colpo e mi sono potuto rendere conto ancora meglio di quello che è il punto forte di questa serie giunta, almeno nella sua incarnazione dark horse, al numero 115.
detta molto semplicemente, Usagi Yojimbo non è la narrazione delle avventure di un personaggio: è il racconto di un mondo in cui tutti i personaggi si muovono contemporaneamente. così, quello che la dc e la marvel cercano di fare da anni, con crossover e team up, sakai lo ottiene ogni mese, e con una sola testata: tutto vive, e la sensazione è che tutti i personaggi che nascono dalla fantasia di sakai non aspettino di incontrare usagi per muoversi, ma vivano comunque le proprie avventure anche in sua assenza.
in diversi numeri della testata il protagonista brilla per la sua assenza perché la lente di ingrandimento è puntata su altre situazioni: e così quando alla fine - magari in occasione di una storia più importante di altre - alcuni di questi personaggi agiscono insieme, il tutto sembra più naturale perché tu, lettore, sapevi benissimo cosa stavano facendo quei personaggi, che strade stavano percorrendo, e sapevi che avrebbero potuto incontrarsi prima o poi. in questo modo sakai riesce ad introdurre una ferrea ma discreta continuity che non distrae o asfissia il lettore, che non lo costringe a leggere gli arretrati per capire tutto perchè non c'è segno di forzatura, e il godimento aumenta. essendo molte storie autoconclusive, inoltre, quasi ogni numero è un buon punto di partenza per un nuovo lettore.
Il fatto che poi le avventure siano divertenti, che i personaggi siano ben studiati, che i riferimenti storici e culturali al giappone medioevale siano curati e precisi, beh... tutto ciò non fa che rendere Usagi Yojimbo un must, una serie degna di essere insignita del premio book of the month che oggi si inaugura. E speriamo duri almeno altri cento numeri!

[FOCUS ON]: jeph loeb.
occhi (e mitragliatori) puntati su uno degli scrittori peggiori del momento.
jeph loeb: il suo hulk fa cagare, il suo ultimatum fa cagare, i suoi ultimates fanno cagare. secondo me erano stucchevoli anche i suoi spiderman:blue, devil:yellow, superman: four seasons, etc. L'unica cosa uscita dalla sua fantasia che mi aveva divertito erano alcuni (sottolineo: alcuni) numeri di superman/batman.
il fatto è che loeb non è mai stato bravo: finge di essere uno scrittore lirico, poetico senza esserne capace, affidandosi soltanto alla bravura del disegnatore con cui ha la fortuna di collaborare (che in molti casi è effettivamente bravo: tim sale, pacheco, mc guinness, etc. etc.) .
ma lui è patetico: voglio dire, chi si ricorda la sua sequenza di storie su x-man? o su cable? o su x-force? e i suoi challengers of the unknown? e il suo capitan america (by liefeld) di heroes reborn?e come dimenticare che è consulente e scrittore per la televisione di smallville??
mi ricorda un pò lobdell, ma peggio di lobdell. almeno lobdell ogni tanto ci prendeva, loeb no.
il problema è che vende.
il suo hulk rosso vende, per tutti i diavoli dell'inferno.

[ANIME CORNER]: astro fighter sunred

mai visto un sentai?
partiamo dal concetto di base: i sentai sono telefilm giapponesi per bambini dagli 8 ai 14 anni (che io guardo con grande divertimento) basati su un team di supereroi alle prese con mostri dediti alla conquista del pianeta terra e alla distruzione del genere umano. di solito il team è formato da 5 elementi, e il capo è quello colorato di rosso.
ecco, a.f.s. si concentra sul tizio colorato di rosso, alle prese con l'organizzazione segreta florsheim, pronta a tutto per annientare il nostro eroe.
combattimenti, trasformazioni, lotte e colpi segreti: tutto ciò è presente in astro fighter sunred, ma solo nella sigla.
gli episodi mostrano tutto ciò che avviene quando i nostri non combattono: e così scopriamo che il capo dei florsheim è un appassionato di cucina occidentale, che alcuni suoi sgherri soffrono di problemi di autostima, che sunred teme la concorrenza di un altro astro fighter che difende un diverso distretto, che quando uno dei malvagi mostri va a farsi un'endoscopia dal gastroenterologo la gang dei florsheim non osa cominciare il combattimento di turno con sunred finché non si sa quale sia la malattia diagnisticata.

- qual è la sua occupazione?
- ...mmmhhh... la conquista del mondo.
- capisco.
- e allora, dottore?
- non si preoccupi, è tipico di chi svolge attività così stressanti soffrire di bruciori allo stomaco.

insomma, ogni episodio (di 13 minuti cadauno) contiene spunti demenziali in grado di far rovesciare dalle risate, anche in virtù di una animazione che sembra quasi in flash. da non perdere la rubrica di cucina del capo dei florsheim, master vamp (vera: ci sono dei filmati dal vivo che illustrano la preparazione dei piatti) .
la più divertente sorpresa anime di questo fine 2008. da vedere! (altro che hulk rosso...)

la prossima puntata: scem(p)i dal passato marvel, il punto della situazione sugli x men e soprattutto bendis! (forse).

mercoledì 24 dicembre 2008

lunedì 22 dicembre 2008

Marvel Major Events: 4 - Secret Empire (Captain America #166-176, 1973-1974)

Trama
Capitan Ammerega, fra una super scazzottata e l'altra, si trova impegolato in un coup d'etat orchestrato dalla sinistrissima quanto influente organizzazione "Secret Empire" (e alla fine ci vanno di mezzo pure gli X-Men). Nel frattempo Falcon (in quel periodo co-titolare della testata) si fa un paio d'ali a Wakanda, courtesy of T'Challa (ovvero Black Panther), e salva le pallide chiappe di Cap a più riprese.
(dopo le mummie viventi arrivano anche il cinese immortale e il figlio dello scienziato pazzo nazista) (giuro)

Giudizio sintetico
Dal punto di vista narrativo la saga di Secret Empire non è un granché: il procedere è stracco e risibile (tanto che si può tenere una tabella di quante volte Capitan Ammerega viene gassato e si riprende prima del tempo grazie al suo fisicaccio, stendendo i cattivoni con un calcio alle caviglie), gli antagonisti sono vieppiù delle burlette ripescate da varie tradizioni (pulp magazines in testa), i supposti colpi di scena e capovolgimenti di situazione risultano essere delle pantomime al massimo farsesche (tranne che in pochissimi casi). Quello che però attira e risulta interessante sono, in mezzo a tutto questo ciarpame, i temi esplorati da Englehart, il quale non si fa problemi, da una parte, a trattare di manipolazione dei media e cospirazionismo politico, e dall'altra a scavare in maniera non banale nella psicologia di Rogers e nella questione razziale (anche se, in questo ultimo caso, certi stereotipismi non vengono affatto evitati). Insomma, la saga è molto diseguale, e alla fine è un peccato che le questioni affrontate a livello di soggetto siano immerse in una trama così goffa e sciocca.Son cose
L'Innominato a capo del Secret Empire viene, alla fine della fiera, smascherato ma non mostrato: una reticenza necessaria quanto bella, che i lettori più accorti si sapranno ben gustare*.Saltano agli occhi
-Englehart è al suo meglio quando setaccia e approfondisce la figura stessa di Captain America, sbalzando un profilo che diverrà poi la base di partenza per tutti gli autori futuri (l'intreccio, ripeto, purtroppo è una monnezza).
-Ai disegni, il Buscema già visto in The Kree-Skrull War si dimostra un po' più smaliziato, e leggermente meno ossequioso nei confronti di Kirby (il quale resta comunque un riferimento visivo ingrombrante).(way to go, Cap, way to go)

Prossimo evento in programma
The Korvac Saga

* vabbe', dai, vi risparmio la gugolata: Watergate

lunedì 15 dicembre 2008

Marvel Major Events: 3 - The death of Gwen Stacy (The Amazing Spider-Man #121-122, 1973)

Trama
Gwen Stacy muore. Norman Osborn muore (ancora; poi ritorna). Harry Osborn si cala l'acido (ancora; poi muore; poi ritorna). Peter è sempre più sfigato.
Giudizio sintetico
Due numeri densi per uno dei pochi episodi dei comics che è resistito a retcon e rifacimenti vari (si prega vivamente di non prendere in nessuna considerazione quel vero e proprio insulto alla memoria rappresentato da Sins Past*), e che molti considerano l'evento di chiusura della Silver Age. L'azione narrativa, veloce e concitata, si muove senza sosta da un Peter insolitamente duro e cupo (anche prima del turning point), alle girate di boccino della famiglia Osborn. Il tutto ruota attorno alla notissima scena sul ponte, avvenimento gestito con magistrale secchezza sia dalla sceneggiatura di Conway (il quale gioca gran parte della sua forza nei cambiamenti di registro verbale di Peter) che dai disegni di Kane.
Poi, sì, c'è la questione "collo spezzato o shock da caduta" (quest'ultima è una versione fornita subito da Conway stesso, tramite Osborn-Goblin, come a voler negare ogni possibile ombra su Peter), sulla quale si potrebbero versare fiumi di byte, ma per quanto mi riguarda quello SNAP è forse l'onomatopea più chiara della storia dei comics.Son cose
Fra le tante, i primi piani di Gil Kane, capolavori di cesello psicologico (e a volte sembra riuscire a rendere espressiva pure la maschera di Spider-Man). E Mary Jane che, invece di uscire sbattendo la porta, decide di rimanere vicino a Peter (parallelo perfetto con Peter che, al contrario, aveva abbandonato Harry).
Saltano agli occhi
-i dialoghi di Gerry Conway: basta con le minuziose descrizioni a voce alta di quello che si vede sulla pagina; basta, in parte, anche con la forzata rassegna dei nomi dei personaggi (per non far sentir sperduti i nuovi lettori). Conway finalmente utilizza i dialoghi in maniera molto più naturale rispetto alle farraginose pappardelle dei contemporanei colleghi, e se anche la quantità rimane tutto sommato alta, la parte scritta non si presenta più come una ridondanza seccante, bensì come un luogo diverso di sviluppo del fumetto.* nel quale uno Straczynski irriconoscibile introduce la balzana storyline dei figli che Gwen e Norman avrebbero avuto in Francia poco prima degli eventi narrati nei numeri qui recensiti (giudizio sintetico: mapperfavore).Prossimo evento in programma
Secret Empire

Marvel Major Events: 2 - The Kree-Skrull War (Avengers #89-#97, 1971-1972)


Trama
I Vendicatori se la spassano un po' con Capitan Marvel, i Kree e gli Skrull (e già che ci sono fanno una capatina pure dagli Inumani). Nel mezzo abbiamo un viaggio allucinante all'interno del corpo androide di Visione, una continua stracciatura di palle da parte di Rick Jones* (l'everyman marveliano più sciapo in assoluto), una riproposizione della caccia alle streghe maccartista in salsa aliena, e, per finire, un po' di botti interstellari.

Giudizio sintetico
Più che una vera e propria saga si tratta di una collezione di episodi che vanno a costituire un quadro alquanto disomogeno, dal quale si apprendono un po' di notizie sia sulla storia dell'universo Marvel, sia sulle razze presentate. L'intera storyline si basa su citazioni palesi di film o eventi politici del recente passato ammeregano, e anche se il tutto è ben spruzzato di flashback, rivelazioni e una buona delinazione dei rapporti fra i personaggi, il procedere narrativo è vistosamente forzoso e poco coeso. Non mancano, come già scritto, dei passaggi interessanti: ad esempio come si presenta il corpo di Visione all'interno, oppure come mai la Terra è in mezzo a tutte le beghe cosmiche che accadono ogni altro giorno.

Son cose
Le matite di Neal Adams sono qui qualcosa di magnifico: pose plasticissime, inquadrature ardite, primi e primissimi piani d'alto impatto, angolature deformanti - insomma, tutta una galleria di trovate visive davvero sontuosa (l'altro disegnatore, Sal Buscema, non si discosta molto da una coscienziosa reimpastatura kirbiana della tavola - buono, ma niente di eccezionale).

Saltano agli occhi
-gli skrull che vanno in vacca, letteralmente: si tratta di una ripresa di Fantastic Four #2, nel quale quel genio bislacco di Richards ipnotizza tre skrull per farli trasformare in maniera permanente in mucche (già). Una bizzarria ben ripresa e che sarà sfruttata ancora (come in quella perla di Skrull Kill Krew).
-la muffosità verbale dell'epoca assume qui tinte pre-bendisiane: l'artificiosa dialettica fra balloons di parlato e di pensiero (ne è un esempio Visione che parla distaccato e poi si sdilinquisce mentalmente per Wanda) è quanto di più goffo si possa immaginare.

Prossimo evento in programma
The death of Gwen Stacy

* il suo nome completo è Richard Milhouse Jones, e già qui si capiscono un sacco di cose

domenica 14 dicembre 2008

Marvel Major Events: 1 - Galactus saga (Fantastic Four #48-#50, 1966)


Premessa
Finito di leggermi Secret Invasion m'era venuta nostalgia di Civil War; rilettomi Civil War stavo per stendere una nerdata con tutti i crismi, quando ho pensato: "Perché limitarsi agli ultimi due eventoni? Perché non facciamo le cose per bene e partiamo dall'inizio?"
Eh, perché no?

(siccome penso che finirò con 'sta carrellata almeno fra un paio di mesi, vi anticipo subito il giudizio sintetico su Secret Invasion: parte bene, si sputtana dopo due numeri, va poi alla deriva in un mare di noia e sbadigli. Cose positive: i tie-in, fighi e ficcanti. Cose che saltano agli occhi: ho capito recuperare Tony Stark, e farlo diventare nuovamente simpatico, ma se occorre tutta 'sta brodaglia era meglio lasciarlo stronzo come la morte e modificarlo poco a poco nelle sue testate)

Trama
Galactus, divoratore di pianeti, arriva sulla Terra con lo scopo di papparsela (il tutto tramite una complicata serie di ammenicoli meccanici superbamente ingarbugliata da Kirby). Il compito di smazzolarlo tocca ai Fantastici Quattro (Reed "Mr. Fantastic" Richards, l'uomo che si allunga a piacere; Susan "The Invisible Woman" Storm, la donna tappezzeria; Johnny "The Human Torch" Storm, il ragazzo che si infiamma facilmente; Ben "The Thing" Grimm, riconoscibile dal suo grido di battaglia "Pietra portentosa, divento la Cosa!"*), aiutati da Uatu il Guardone (un super essere alieno che registra passivamente (oddio, non sempre) tutto quello che accade sul pianeta) e da Silver Surfer (un ex componente dei Rockets che si è dato al surf cosmico e alla piaggeria nei confronti di Galactus).

Giudizio sintetico
Una saga baldanzosa, straripante imponenza visiva e gagliardezza di temi e d'azioni. Johnny che si fa letteralmente un viaggio cosmico aiutato da Uatu è uno dei momenti fumettistici pre-anni 70 più lisergici della storia dei comics; Silver Surfer che sbarella ganzo sulle correnti stellari è buon secondo; Galactus, poi, una sorta di incarnazione della bulimia termodinamica dell'universo, è una trovata che vale due Morrison.

Son cose
Kirby in uno dei suoi massimi momenti di gloria e potenza: fra scene spaziali, astronavi astruse, collage fotocopiati direttamente sulla tavola, cazzottoni e raggi energetici si ha qui l'esempio perfetto del perché ancora oggi sia considerato il Re (e chissenefrega se le proporzioni di Galactus cambiano ogni due vignette). Ogni tavola è un piacere geometrico da scrutare in ogni minimo dettaglio e linea cinetica, e la composizione di gruppi e personaggi sfonda la pagina in ogni occasione.

Saltano agli occhi
-la muffosa verbosità dell'epoca;
-la strepitosa sovrabbondanza di idee buttate sul piatto: in soli tre numeri (e neppure interi: metà del 48 è dedicata alla fine di un arco narrativo con gli Inhumans; una manciata di pagine del 50 serve a introdurre la successiva storyline) vengono introdotti due personaggi di importanza cosmica (pun intended), si esplorano pienamente le fragili dinamiche matrimoniali fra Reed e Susan (altro che i sette numeri di Civil War più gli otto numeri di tie-in dei Fantastic Four), e si trattano temi e concetti assolutamente non banali.

Prossimo evento
The Kree-Skrull War

* momento amarcord post-pop alternativo. In realtà non fa altro che urlare: "It's clobbering time!"

venerdì 5 dicembre 2008

Dark Reign preview


Ma che gli è successo a Maleev? Che sia la demoniaca influenza di Bendis? No, perché un Namor così schifo non lo si era mai visto. Eccheccacchio. (poi: Bendis sta per mettere le mani su Emma Frost: in quanti numeri riuscirà a rovinare gli anni di lavoro sul personaggio di Morrison e Whedon?) (io dico due)

venerdì 21 novembre 2008

CHALLENGE OF THE GODS! MARVEL VS DC! and more classic anime heroes!

dovevo parlare di Bendis, lo so!
ma invece mi è venuta voglia di fare un bel marvel vs dc.
e poi comunque bendis c'entra sempre.

Per me. meglio la marvel. molto molto meglio, nonostante troppe cose siano affidate all'idiota di bendis che scrive i vendicatori alla cazzo di cane, sia che siano nuovi sia che siano potenti. nonostante la gestione delle serie mutanti rasenti lo schifo. uno a leggere l'x-force attuale gli viene la mancanza di liefeld, almeno liefeld in dieci numeri ha inventato ottanta personaggi.
nonostante il maxievento secret invasion sia un pò ripetitivo (e vabbè, lo scrive bendis, e lui da powers in poi ha avuto in tutto un paio di idee, il resto sono ricicli di vecchie storie), nonostante hulk (scritto ignominiosamente da loeb) faccia sinceramente pena e nonostante le serie ultimate abbiano perso un pò di mordente.
nonostante il momento attuale di amazing spiderman sia alquanto controverso e le sue vendite, dicono i ben informati, siano in calo costante.
però almeno con capitan america mi diverto, con thor mi guardo dei bei disegni (perché le storie di JMS sono seconde solo a quelle di bendis, quanto a banalità), con devil a volte addirittura mi esalto e con ghost rider... bè, con ghost mi faccio delle gran risate. e anche iron man mi piace assai.
soprattutto - e qui mi faccio serio - anche se le singole serie non mi piacciono, il contesto mi sembra vivo e alle volte eccitante: tutto sommato grazie a civil war mi sono riappassionato all'universo marvel.

la dc, invece?
la dc, di cui fino a due anni fa leggevo quasi tutto?
la dc fa cagare. non tutte le serie, questo no: ci sono batman, lanterna verde e action comics che da sole valgono più di tutte le serie marvel messe insieme. ma la dc fa proprio pena in quanto ad organizzazione: gli eventi sono gestiti male (basta pensare al casino che stanno facendo con final crisis) , alcune serie sembrano lasciate lì a morire e l'unica cosa che ti chiedi è quando ne annunceranno la chiusura (birds of prey, robin, nightwing, supergirl, flash, legion, new titans ma l'elenco copre almeno 3/4 del catalogo dc...) . e pare che sia morrison sia robinson se ne andranno.
Ormai se voglio leggere una bella storia dc devo sperare in una ristampa da parte della planeta, che tanto questi spagnoli tra outsiders e all star squadron ristampano tutto.
io comunque tifo dc, spero che si riprenda. basta che per farlo non decida di prendere bendis.

Ken il guerriero - La leggenda di Hokuto.

ken è ancora tra noi, lo vediamo sulle case, sopra la città, senza pietà.
il film è tutto qui: un'animazione appena decente per un disegno degno di una puntata di una serie di metà anni '80. tutto al servizio, però, di una storia immortale.
l'ho guardato per sfida con me stesso e ho scoperto che ken, dopotutto, era una bella serie che mi piaceva. sul serio: sauzer fa ancora la stessa impressione, raoul è sempre lui e shu è il solito eroe. tutti fanno le stesse cose che facevano nella serie televisiva di venti anni fa e proprio per questo sono perfetti: non dovrebbero fare altro. gli autori ne hanno anche approfittato per correggere uno dei grandi errori della vecchia serie animata ed hanno praticamente eliminato lynn, che appare in un paio di scene all'inizio e poi scompare...
cosa si può volere di più? dei personaggi nuovi, forse?
eccoci accontentati: raoul va in giro con due aiutanti che ci aiutano a vederlo da un nuovo punto di vista: raoul vuole il potere, ma in fondo non è così cattivo come sembra. per saperne di più bisognerebbe guardare la nuova serie tv incentrata sull'abbronzato fratello di ken in onda in questi giorni in giappone; io ne ho vista una puntata e ho pensato che se ne può tranquillamente fare a meno.
ma il film no, quello va visto (e anche gli oav e gli altri film che seguiranno a completare questa nuova pentalogia dell'uomo di hokuto).

voto? gli dò sette stelle. (ah, ah).

giovedì 18 settembre 2008

estate 2008!

Da tempo non scrivo sul blog, capperi! E ora ho un sacco di arretrati da smaltire, diamoci da fare!

Ghost Rider #20/23. Pazzesco: questo è il quarto volume delle avventure di ghost: chi l'avrebbe mai detto? Questo personaggio inutile, dalle premesse risibili e ridicole è ancora qui a farci compagnia. Va ancora in moto, si chiama ancora johnny blaze (ma io preferivo danny ketch) ma non è più un emissario di satana (o del suo equivalente marvel) : ora è un agente di dio, è un angelo perbacco. Un angelo vendicativo, nientemeno. Dovrebbe vendicarsi soprattutto dello scrittore iniziale di questa serie, tale daniel way, che l'ha affossata sul nascere. E dovrebbe invece essere grato al buon jason aaron, di cui tutti dicono un gran bene e che qui in effetti fa un lavoro non eccezionale ma almeno divertente, regalando al teschio fiammeggiante motomunito delle perfette atmosfere da b-movie. Ghost si muove nella provincia, si imbatte in infermiere demoniache, in cannibali e in autostrade popolate di fantasmi. Il tutto condito da disegni poco americani e molto europei. Lo terrò d'occhio, anche perché sembra che danny ketch stia per tornare, e stavolta è un cattivo (che fico!).

Guardians Of The Galaxy #1/4. Belli anche questi, eh! Abnett e lanning fanno un ottimo lavoro e per me non è una novità: scrissero una delle più belle saghe della legione dei supereroi dieci anni fa -parlo di legion lost, disegnata dall'allora esordiente coipel- e sembrano essersi specializzati in supereroi cosmici. La serie ha un tono scherzoso e leggero; i personaggi sono ben assortiti e le situazioni sono ben congegnate. In più ci sono dei ripescaggi dal passato come vance astrovick e starhawke, che danno più profondità alla serie collegandola con le vecchie storie dei guardiani di jim valentino (mai più senza, eh). I disegni di paul pelletier secondo me non sono male, una volta che si digerisce il fatto che lui cerca sempre e comunque di copiare alan davis nei corpi e brian hitch negli sfondi. Il risultato è che manca di personalità, ma tutto sommato disegna bene. dicono sia molto bella anche la serie di nova, degli stessi autori. Quando leggerò saprò dire qualcosa anche su quella.

Action Comics #866/868 . (aggiornamento, visto che ne avevo già parlato). Trama: superman incontra finalmente il vero e unico brainiac, che sta raccogliendo e distruggendo qualsiasi essere abbia un collegamento con krypton.
Secondo me action comics è la serie superoistica del momento: geoff johns è spettacolare nel raccontare storie semplici (le prime tre parti della saga di brainiac sono linearissime) in maniera efficace, e in questo a me ricorda il warren ellis di the authority, quando tutto era leggibile ed emozionante. E gary frank? eccezionale: riesce a piacermi nonostante il suo tratto legnoso e pieno di segnetti non sia il mio preferito; mi viene anche qui da accostarlo al brian hitch di the authority per la spettacolarità delle tavole (non certo per lo stile) e per il sense of wonder che infonde alla serie.
Penso che questa sequenza di storie (iniziata con l'arrivo di frank ai disegni) sarà una pietra di paragone per tutte le future avventure seriali di superman: anzi lo è già se consideriamo che sulla testata gemella superman il bravissimo james robinson fa fatica a tenere il passo.

In più aggiungo che, come sospettavo nel post dedicato a iron man: director of shield, la serie sta per chiudere e gli knauf sono stati dirottati su altre testate. Fortunatamente c'è matt fraction che fa un buon lavoro su invincible iron man, di cui prima o poi scriverò qualcosa.

Gundam 00.
Ebbene sì. mi sono deciso a guardare la più recente incarnazione del mobile suit bianco. Tutti dicono che fa cagare e non potevo certo esimermi dal guardarla. In effetti fa abbastanza cagare. Ma solo abbastanza. Sospetto che tutti dicano che fa schifo solo perché, a differenza di Seed e Seed Destiny, non ricalca in maniera fedele le trame dei primi due serial di gundam (lo 079 e z-gundam). Non ci sono colonie spaziali, non ci sono dichiarazioni di indipendenza, non ci sono nemici fighi, biondi e carismatici a bordo di zaku rossi, non ci sono vascelli spaziali di grandi dimensioni. Secondo me è anche meglio così.
Invece ci sono 4 ragazzini tormentati che avrebbero potuto essere dei cavalieri dello zodiaco, o i 5 samurai, o degli aspiranti piloti di eva, se non fosse che li hanno sbattuti a pilotare dei gundam, diamine. Uno è un curdo ex terrorista che ha ucciso i suoi genitori (vabbè, non se ne capisce l'utilità, ma almeno così è molto tormentato), un altro è fuoriuscito da una fabbrica in cui fanno esperimenti sui ragazzi per ricavarne dei supersoldati (e naturalmente è uno schizofrenico con due personalità), un terzo è un reduce di guerra pure lui, e l'ultimo sembra una donna e parla poco e perciò pensi sia una donna ma è un uomo antipatico. tutto lì, è semplicemente insopportabile, non ha altre caratteristiche degne di nota. La trama riguarda un'organizzazione di cui fanno parte i piloti dei gundam, chiamata celestial being, determinata a tutto pur di fermare tutte le guerre del pianeta. Così dove c'è una guerra arrivano i gundam, massacrano tutti e fine della guerra. Naturalmente tutto sarebbe più facile se ciascuno dei piloti dei gundam non fosse un malato mentale e non si comportasse come un folle in ogni puntata...
Detto così sembra una stronzata e in effetti lo è, ma tutto sommato, complice anche una buona realizzazione tecnica, me la sono sciroppata tutta senza problemi e qua e là mi sono divertito. Comunque l'ho trovata molto meglio di Code Geass, che sembra invece godere di una solida fama.
Boh... comunque staremo a vedere, perché questi 25 episodi di gundam 00 non sono che l'inizio: a ottobre comincia la second season e saranno cazzi. (e devo dire che sono molto curioso di vederla).

Per oggi può bastare, ma la prossima volta voglio parlare male di bendis, e quindi mi occuperò delle serie vendicative (penso).

giovedì 11 settembre 2008




Detto questo, su ispirazione di un blog mmeregano che non ho voglia di linkare, anche io stilerò una serie di classifiche per il puro gusto di farlo, sperando di essere seguito dai miei colleghi blogghettari, che non hanno più scuse per latitare da queste pagine.
E dov'è tutto il sangue che ci eravamo promessi? E le discussioni?
Comunque:

5 Serie che attualmente leggo appena posso:
1) Action Comics - se mi avessero detto che mi sarei intrigato così tanto per un fumetto di Superman giuro che mi sarei messo a sorridere con una certa espressione di superiorità e disprezzo da lasciare in silenzio il mio interlocutore
2) Amazing Spider Girl
3) Amazing Spider Man
4) Uncanny X-men - ma solo per vedere quanto in basso si può arrivare
5) Ultimate Spider Man - oh, non è colpa mia se mi piace l'uomo ragno

5 autori di cui comprerei qualsiasi cosa senza neppure controllare prima
1) Daniel Clowes
2) Dan Slott
3) G. Nanni
4) Seth
5) Jim Woodring

5 autori di cui comprerei qualsiasi cosa controllandola prima
1) Eddie Campbell
2) Alan Moore
3) Adrian Tomine
4) Matt Groeing
5) Chris Ware

5 Disegnatori contemporanei che mi mandano in sollucchero
(lasciando perdere gli inchiostratori)
1) Gary Frank (fino a qualche tempo fa non l'avrei preso in considerazione)
2) Olivier Coipel
3) Frank Cho
4) Frank Quietly
5) Jim Cheung
(lo so, i miei gusti si fanno sempre più pop)

5 Sceneggiatori che prenderei a schiaffoni
1) Chuck Dixon
2) Frank Miller
3) Joseph Loeb
4) Garth Ennis
5) Dwayne McDuffie (la Justice League è inguardabile)

5 fumetti che mi hanno cambiato la vita
1) L'uomo ragno (Star Comics) 39
2) Martin Mystere n. 90 Il cuore di Christopher
3) Pompeo di Andrea Pazienza
4) Basta, mi sono stufato, il resto un altro giorno
5) Oh, se volete continuare voi... Potete anche inventarvi nuove categorie, tipo
comprimario più nerdoso (o anche con la M se preferite)ecc.

5 fumetti di cui ho collezionato l'intera serie


5 personaggi che


5 cose dei fumetti che vorrei esistessero sul serio

5 altre cose a random che mi piacciono dei fumetti

Fottiti BLOGGER!


Sono indietro, sono in ritardo, il disco rigido si è intasato, ho rischiato di intasare pure il cervello nel tentativo di recuperare qualche vecchia cosa che non avevo letto (Planet Hulk - mio dio che merda - World War Hulk - e io che pensavo che niente fosse peggio dell'Hulk di Loeb - House of M - almeno Coipel mi piace, anche se - e cose così). Ho ancora tutte le letture di giugno e luglio da fare. Si ricomincia con calma la settimana prossima con delle recensioni superficiali e sbruffone, più superficiali, più sbruffone, giusto per ritornare a pari. Intanto facciamo il punto.


Brand New Day: lasciate perdere tutti quei nerd che non sono soddisfatti, che avrebbero preferito un Peter Parker in fuga dopo Civil War e per i quali l'Uomo Ragno è tornato indietro di secoli, sia psicologicamente che come livello delle avventure. Brand New Day è una delle cose più fresche prodotte dalla Marvel negli ultimi tempi! Il team creativo sta sviluppando le trame come fosse un serial televisivo, molte sono le domande lasciate in sospeso, tantissimi i nuovi personaggi introdotti. La qualità delle storie è altalenante, ma sempre buone, in particolare quelle di Slott che sembra avere particolarmente nelle corde Spider Man (mi raccomando: non cercate mai su google un'immagine di Slott: è un essere immondo, quasi più brutto di Peter David, con le braccia tozze e corte!)


Batman RIP: Morrison ha inaugurato la fase elettronica per i comic book, quell'orizzonte d'attesa per il quale dopo aver letto un suo numero si devono cercare spiegazioni in internet. Affascinante, certo, ma da capogiro. Sul serio volete sprecare tutti quei neuroni per seguire i deliri del buon Grant? Vabe' affari vostri. Tony Daniel disegna da culo, ma questo è un problema mio.


Final Crisis: Non che Final Crisis sia tanto più comprensibile di Batman RIP, ma almeno è disegnato meglio, e non sembra aver bisogno di particolari ricerche per poterci stare dietro, almeno superficialmente (sono sicuro che Morrison ha messo in piedi una serie di livelli di lettura impressionate: ma sapete cosa vi dico? se volevo questo genere di complessità mi leggevo l'Ulisse, dio buono). Ad ogni modo, a me Marthian Manhunter stava simpatico. Siamo al numero 3, vedremo cos'altro ne verrà fuori. Come direbbe la Nannini: bello e impossibile.


Secret Invasion: dopo un inizio che lasciava buone speranze, Bendis si è rivelato per quello che è: un idiota, fondamentalmente. Skull di qua, skull di là, il giochino è simpatico, ma dopo un po' rompe le palle e quello che ha raccontato in 5 (sì lo so, è uscito il 6, ma l'ho già detto che sono indetro?) numeri ci stava benissimo in uno o due. Deludente, tanto più che i disegni non sono neppure all'altezza: molto ma molto meglio i tie in dei vendicatori, che svelano i retroscena dell'invasione. Che poi il sottotesto religioso - diciamo blandamente anti-islamico - sia un po' troppo scoperto è un problema che scommetto alla marvel non si siano neppure posti...

venerdì 8 agosto 2008

Alexander

La fiera della tronfiaggine. Che ho capito la mega-produzione, la ricerca stilistica certosina quanto amplia e ricca, e una coerenza visiva pressoché totale, ma in mezzo a tutto questo gran marchingegno visivo quello che salta agli occhi è, alla fine, quasi solo l'ebbro autocompiacimento per l'apparato che si è riusciti a mettere in piedi (o, meglio, su carta). La storia, infatti, non riesce a star dietro ai disegni e alle inquadrature, non riesce a raggiungere una vera dimensione di narrazione epica, e non bastano, nell'ordine di esposizione, infinite carrellate di immani eserciti in marcia, o estenuanti scene in cui i personaggi, silenti e torvi, affrontano con lo sguardo superbo e orgoglioso l'avversario, o il proprio futuro, o le balle trifolate dello spettatore - non bastano neppure un paio di tette turgide ogni tanto, una manciata di ammicco-ammicco mescolati nella lampante tensione omosessuale, i riti orgiastici pieni di serpentoni, e confuse quanto strabordanti rimasticazioni filosofiche - non basta niente di tutto questo, o, meglio, si deve proprio a tutto questo il semplice risultato che Alexander, alla fine della fiera, risulta semplicemente essere una noia sterminata.

giovedì 3 luglio 2008

Tengen Toppa Gurren Lagann

La Gainax c'aveva già provato con 'sta storia della rivisitazione roboante dei generi, tramite quell'altalenante Abenobashi in cui ogni puntata era dedicata a un genere specifico, il tutto tenuto insieme da una premessa (rivelata a posteriori) piuttosto fastidiosa (soprattutto nel modo in cui veniva rivelata). Alla fine Abenobashi risultava così più che altro una galleria per intenditori, o, meglio, per otaku pronti lì con il fermo immagine a beccare ogni ammiccatina che gli sceneggiatori buttavano dentro. Diverse puntate, prese singolarmente, non erano però affatto male, e la stessa cosa deve essere apparsa evidente anche a quelle sagome della Gainax, che si saranno probabilmente poste la domanda che ogni spettattore assennato s'era fatto: perché non prendere un solo genere e sviscerarlo fino in fondo?
La risposta è stata Tengen Toppa Gurren Lagann, ovvero una cavalcata inesausta e parossistica attraverso una moltitudine devastante dei più biechi stereotipi del genere mecha-sci-fi-utopico-futuristico. Gurren Lagann infatti salta subito agli occhi grazie a un dispiegamento maestoso, sia a livello narrativo che visivo, di una quantità di stereotipi classici, moderni e contemporanei che ha dell'incredibile: le citazioni, le strizzatone d'occhio, le copie carbone di scene famose tratte da altri anime del genere (Evangelion? C'è. Zambot? C'è. Daitarn III? Non ne parliamo. Rocky Joe? Sì, c'è pure quello, in sovrappiù - e avanti così) non riescono neppure a contarsi, dal momento che costituiscono l'ossatura stessa, la muscolatura e l'imbellettamento dell'anime.
Il cartone non lascia respiro, ogni puntata (con una o due eccezioni, oltre alla classica puntata riassuntiva) è un avvicendarsi strepitante di angolature improbabili e dialoghi ben al di sopra di ogni riga; le accortezze furbe, poi, si sprecano, dagli occhiali di Kamina, alla sigla che cambia al cambiare del cast, dalla tipizzazione di alcuni personaggi, fino al sovvertimento tanto ironico quanto efficace di alcune relazioni.
Il risultato finale è un rimpastone di una goduria assoluta, un guazzabuglio consapevole, né denigratorio né goffo, bensì rivitalizzante, nel quale sono stati fusi tutti i fondamentali del genere, con qualche punta non consolatoria a rendere più efficacemente post-moderno il tutto (e un colpo di scena all'ottava puntata che potrebbe sembrare un autentico suicidio narrativo, e invece non è altro che l'ennesima ritriturazione ben giocata).
Tengen Toppa Gurren Lagann: uno sbrego.
(quando vedrete due corazzate interstellari attaccarsi lanciandosi addosso intere galassie, ecco, allora capirete davvero questo cartone)

mercoledì 11 giugno 2008

Iron Man: Director of S.H.I.E.L.D. #15-28

HAUNTED
fin da piccolo il mio eroe preferito della marvel è sempre stato iron man.
e ora che tony stark è praticamente il personaggio principale del marvel universe (si contende il record di apparizioni simultanee in più testate con wolverine...) non riesco a godermi il momento: dopo civil war è stato dipinto - soprattutto da bendis, il re della superficialità - come un nazista, un oppressore, l'uccisore di capitan america.
[e a proposito. aprirei una parentesi sulle gesta di steve rogers: tutto 'sto casino per l'atto di registrazione dei supereroi... d'accordo, lui incarna il sogno americano e chiaramente non può che opporsi ad una misura liberticida. ok. ma dove cazzo stava il buon cap quando i mutanti venivano sterminati, recintati e se ne proponeva la registrazione? (claremont ci ha basato lo stipendio di 16 anni, su sta cosa) non sarà che rogers era un razzista che odiava i mutanti? no, dai: più probabilmente era uno skrull.]
ma torniamo al vecchio testa-di-ferro: ora che sta su tutte le testate marvel (e su quasi tutte appare come cattivone, a differenza - per esempio - di reed richards, altro noto collaborazionista del regime che però fa sempre la sua bella figura perché ha una famiglia) bisogna avere tanto, ma proprio tanto culo per trovare una storia che lo riguardi e che non sia banale.
fortuna che ci sono i knauf: la coppia di scrittori (padre e figlio) chiamata a sostituire warren ellis dopo la saga "extremis" si diverte a utilizzare tutti gli spunti passati e presenti possibili (la direzione dello shield post civil war, il virus extremis e le relative potenzialità, il mandarino) per narrare la migliore storia di iron man da molto tempo a questa parte.
"haunted" ci presenta tony stark alle prese coi sensi di colpa,col parziale fallimento dell'iniziativa e con le difficoltà dell'essere a capo dello shield, ma soprattutto ci consegna la versione aggiornata e definitiva del mandarino, il villain per eccellenza della serie. a un certo punto sembra incredibile come tutte questi elementi riescano a convivere nella stessa storia, ma ai knauf non mancano le capacità di raccontare una vicenda di spionaggio (e molti in usa accostano questo ciclo al cap brubakeriano) né quelle necessarie per inscenare una slugfest di tutto rispetto (cfr. l'eccellente iron man #26). oltretutto, i convincenti disegni di rob della torre rendono il tutto ancora più piacevole.
non resta che sperare che questo team di autori continui a lungo a scrivere la serie, almeno finché resisterà: presto quesada sceglierà quale tra le due testate di iron man dovrà essere chiusa, e non ci sono dubbi che a chiudere sarà questa...

ah già: tony utilizza un paio di vecchie armature, nel corso della serie: che emozione, l'armatura d'argento degli anni '80!

domenica 1 giugno 2008

Final Crisis #1

Adesso non vorrei fare la figura dello stracciacazzi puntiglioso, ma questo Final Crisis #1 non è che mi sia garbato parecchio. Oh, intendiamoci, ci sono un sacco di buone cose: Morrison becca subito ogni personaggio presentato - roba da non poco, considerandone il numero e la varietà in gioco - e come suo solito condisce il tutto con variegate citazioni sempre ben addentellate nell'impianto narrativo e visivo. Ci sono però anche un discreto numero di piccole delusioni (Martian Manhunter liquidato nel giro di due vignette, Superman e Batman presenti solo in un paio di tavole, tutto il pippone sul "Dark Side Club" che viene tirato davvero troppo per le lunghe) che lasciano abbastanza perplessi e con l'amaro in bocca.
A parte l'incipit folgorante (Metron che dona il fuoco all'umanità è davvero una bella trovata), più che un inizio questo Final Crisis #1 sembra un buon numero di raccordo - raccordo però con quel mucchio di immondizia che è stato Countdown; si intuiscono una coesione sotterranea e un respiro ampio, ma manca quasi del tutto quella pura potenza da "evento spaccauniverso" che uno si aspetterebbe da un fumetto del genere.
Comunque sia una grossa consolazione è il lavoro di Jones ai disegni, che imbastisce un ottimo e incredibilmente vario apparato visivo, dall'interpretazione dei singoli personaggi agli sfondi impiegati.

venerdì 23 maggio 2008

Mighty Avengers #14

Il problema, con Sentry, è sempre stato quello: troppo potente. Tanto che in alcune storie, per ficcarcelo dentro, o lo depotenziavano, o lo facevano sbroccare. D'altra parte tu, sceneggiatore, che combini quando ti ritrovi per le mani un personaggio che sta ai livelli del Superman Silver Age? O gli fai scazzottare tutti a velocità luce nelle ultime due tavole della storia, oppure cerchi di nasconderlo, di limitarlo negli angolini delle vignette, quasi dimenticandolo (vabbe', c'è poi anche l'opzione World War Hulk, ma forse è addirittura peggiore di quelle fin qui elencate). Anche in Secret Invasion #2 sembrava che si fosse optato per il giramento di boccino, e morta là. Con questo numero dei Mighty, invece, il Bendis pare voler far evolvere la dicotomia Sentry - Void verso un disturbo da personalità multipla con relativa manifestazione - qualcosa di simile alla Crazy Jane di morrisoniana memoria, per capirci. L'idea è interessante; la realizzazione la staremo a vedere.

martedì 13 maggio 2008

Secret Invasion #2, Mighty Avengers #12-13, New Avengers #40

Un numero 2 di Secret Invasion necessariamente più interlocutorio del primo, che all'inizio sbrodola un po' (proprio un po' tanto, del tipo sette-otto pagine di "Tu sei uno skrull, no lo skrull sei tu, ma che dici, ti dico di sì, e io ti dico di no, assì?, essì, allora botte"), ma recupera alla grande con la scena fra Clint e Mockingbird, l'ipotesi di un Cap redivivo (e forse pure il ritorno della "vera" Jessica Jones, stando a sentire i meglio informati) e l'entrata in scena finale di uno squadrone di nuovi super skrulls all'apparenza molto meno beoti dell'originario. Yu ai disegni mi convince sempre meno, con 'sti mentoni che sta appiccicando indistintamente a tutti i personaggi, mentre Bendis stiracchia un po' trama e dialoghi, e tutto sommato va bene così (oh, c'ha pure otto numeri da riempire) - anche perché le cose veramente fighe, questo giro, le fa su Mighty Avengers #12 e #13 e New Avengers #40.Nel primo riporta maestosamente in scena un Nick Fury che più badass di così si muore (da morir dal ridere quando lo traveste da Fury versione Ultimate), sviluppando una classica quanto efficace trama da controspionaggio genere Seconda Guerra Mondiale - con Maleev ai disegni che dà al tutto un perfetto tocco di sporco alternativo; in New Avengers si sofferma invece sui retroscena skrulliani dell'invasione, buttando là un twist finale efficace quanto bastardo.

lunedì 12 maggio 2008

"And now I remember" - DC Universe 0

Finalmente. Devo dire che quell'immonda sozzeria di Countdown mi aveva quasi portato a dubitare che perfino l'intervento di Morrison e Johns non avrebbe risistemato più di tanto il casino creato - ma erano tutti dubbi infondati. DC Universe Zero essuda infatti figaggine a pacchi, alimentando aspettative pazzesche e potenzialmente di una goduria assurda. L'albo in sè è abbastanza anomalo: parte come riassunto sintentico di tutto quello che c'è da sapere degli ultimi trent'anni di continuity DC (e qui la maestria del duo si dispiega già in piena potenza, dal momento che riesce, in 6 dicesi 6 vignette a raccontare in maniera comprensibile il concetto di multiverso e le Crisis principali), per passare poi in rassegna, quasi a mo' di preview o, meglio, di teaser trailer cinematografico, i principali archi narrativi che andranno a costituire la Final Crisis. Qui sono le singole storie a tener banco, con i relativi alti e bassi: se c'è da sbavare su di un Batman RIP che inizia con una citazione folgorante da The Killing Joke (approposito, l'avete vista la versione ricolorata dal Bolland? A me non è parsa un granché), o su di un The Dead Shall Rise che implementa narrativamente e graficamente la rappresentazione dello spettro visivo, di una roba tipo Wonder Woman ce se ne frega in tutta tranquillità.
Quello che però mi ha fatto letteralmente pisciare addosso è stata la voce narrante, la quale, trasversalmente tutte le anticipazioni, tiene insieme l'intero numero. E hanno un bel da dire, in Ammerega, che sarà il solito ritorno dai morti, e funzionava meglio da morto, e comunque ogni tanto lo hanno riutilizzato etc etc, ma per me è stato e sempre sarà l'unico, vero Flash (e tutti gli altri son pipponi).(poi non sempre i disegni sono all'altezza, ma l'uso dei colori, anche nel lettering, è strepitoso)