venerdì 29 febbraio 2008

Youngblood nuova serie


They were most popular than Jesus. Come resistere a un attacco del genere? E come pensare di leggere un fumetto degno di questo nome? Forse questa è l’operazione commerciale più inutile degli ultimi tempi. Davvero avevamo bisogno di rivedere i personaggi di Liefild? Davvero qualcuno pensa ancora che descrivere un gruppo di supereroi come se fosse una boyband sia originale? Davvero Joe Casey pensa di farsi ricordare con un fumetti la cui (nuovissima) trama è "il mio manager - il mio peggior nemico"? No, davvero? (ah, i disegni non sono male, eh).

giovedì 28 febbraio 2008

(Reprise)


Illuminati 1-5 - In effetti, il problema con Bendis è che nelle sue mani tutti i personaggi diventano automaticamente dei nerd con dei seri problemi di socializzazione. Se la cosa funziona con l'uomo ragno ultimato, diventa un po' meno credibile quando lo sceneggiatore si trova a gestire sei personaggi che, in teoria, dovrebbero governare segretamente le sorti del mondo. Capisco che possa creare scompensi, e anche una certa dose di fastidio, soprattutto quando è coadiuvato da Bagley (vedi ultimi numeri di Mighty Avengers), ma in altri momenti diventa così (volontariamente) ridicolo da sfiorare il capolavoro. Come quando i sei protagonisti all’inizio del sesto numero si ritrovano in uno sgabuzzino a parlare di figa. Peccato che il resto si prenda talvolta troppo sul serio.

martedì 26 febbraio 2008

That goddamn yellow bastard Batman



Miller oramai è oltre la rivisitazione nata male e sviluppata peggio, oltre il cattivo gusto, oltre l'aver cannato il personaggio, oltre la bolsa dissacrazione-omaggio tarantinesca, oltre la boiata galattica - a 'sto punto, infatti, "All Star Batman and Robin the Boy Wonder" sta iniziando a diventar davvero figo! (in una maniera perversa e distorta, ma pur sempre figo) (l'immagine è una preview del numero 9; massimo rispetto per Lee ai disegni)

New Avengers: Illuminati #1-5


Che poi 'sta storia del circolo segreto vien pure fuori divertente: cinque numeri a rovistare un po' nel torbido, che vorrebbero essere retcon senza cambiare in verità nulla (ma non è questa l'essenza di ogni retcon?), giusto dando qualche giustificazione in più alle main storyline che riguardano i personaggi coinvolti (Civil War, tutti gli ultimi archi Hulk, la prossima Secret Invasion), o magari sistemando un paio di cose qua e là (le Infinity Gems), o ancora gettando qualche filo che si potrebbe riprende o no alla bisogna (il Beyonder, che qua salta fuori essere un mutante inumano (e abbiamo perso il conto delle varie nature attribuite a questo obbrobrio di shooteriana memoria)). Le pagine spassose non mancano, ma l'impressione principale è che si dovessero sistemare, forzatamente o meno, i profili dei personaggi per farli combaciare con quelli emersi durante la Civil War: ecco allora un Namor schizoide esagitato (più del solito), Richards e Stark due stronzi fatti e finiti, Strange sciapone, Xavier incattivito, Black Bolt - be', uno skrull.
La logorrea di Bendis sembra abbastanza ben incanalata dal più pugnace Reed, e i dialoghi filano via meglio del previsto. Le matite di Cheung sono puntuali, precise, dettagliate e tutto il resto (oh, d'altra parte è una "young gun", non ci si aspetta mica di meno).

lunedì 25 febbraio 2008

JLA Classified 50-1 - Arrivano Roger Stern e John Byrne. Se il primo è uno scrittore di servizio, mai eccessivamente esaltante, ma sempre gradevole, il secondo mi è di anno in anno sempre più insopportabile. Quelle figure longilinee, quelle espressioni banali. Sarà che quando lo leggevo sugli X-men era uno dei disegnatori che più mi piacevano, ma adesso proprio non ne posso più; sembra quasi che non si sia più evoluto, che dopo alcuni esperimenti si sia adagiato sull'essere John Byrne, appunto. La storia finora non è male, ha quel sapore un po' retrò da Superamici con un vero cattivone che mena tutti, compreso Suppaman. Non fondamentale, comunque, né abbastanza divertente da giustificarne la lettura, a meno di non dover ammazzare lungo tempo in bagno per motivi inesplicabili. Ah! Le copertine non sono niente male, ma una vera mistificazione considerati gli orrendi disegni interni.

sabato 23 febbraio 2008

Classici DC: La Legione Dei Supereroi


ecco una serie che adoro in (quasi) tutte le sue incarnazioni.
negli states la legione dei supereroi è una istituzione, mentre da noi è, oltre che poco amata, praticamente sconosciuta: poteva quindi resistere la planeta de agostini, maestra in operazioni commerciali al limite dell'insensatezza?
...no! e infatti l'editore spagnolo da qualche mese propone integralmente una retrospettiva relativa alle storie dei primi anni 80...

siccome non tutti i mali vengono per nuocere, conviene approfittarne: si tratta delle storie di paul levitz e di keith giffen, un'accoppiata che in queste pagine mostra come la sci-fi supereroistica sia possibile: certo, il lato supereroistico predomina sul lato sci-fi, ma in quale altra serie ogni vicenda è ambientata in tanti pianeti diversi, in tante fondazioni diverse, con tante razze diverse? quale altro gruppo conta tra le proprie file 25 personaggi diversi, per non parlare dei gruppi affiliati (la legione dei sostituti -ebbene sì, anche i panchinari della legione hanno un loro gruppo-, gli eroi di lallor, i superboy e supergirl del ventesimo secolo...) ?
in queste pagine si narra lo scontro tra la legione e un vecchio nemico del cosmo (neeeerddd!), il darkseid nato dalla fantasia di kirby: giffen cerca in molte tavole di disegnarcelo imponente e massiccio come avrebbe fatto il maestro.
ma la forza delle storie, potenti nella loro epicità, sta per assurdo nell'approccio soap-operistico scelto da levitz, che consente di seguire tante vicende contemporaneamente familiarizzando coi singoli personaggi (non una cosa da poco, visto il loro numero) : da questo punto di vista la legione ha una struttura molto simile a quella dei primi x men firmati da claremont; come in quei primi numeri che rilanciarono i marveloti mutanti, anche qui le storie si incrociano, si susseguono, non lasciano un attimo di respiro.
ora non resta che sperare che l'operazione della planeta si riveli un successo e ci consenta di continuare a leggere queste storie fino all'inizio della quarta serie, pubblicata in parte dalla play press anni fa, e magari anche oltre: come dicevano i lettori americani nella pagina della posta, long live the legion!


venerdì 22 febbraio 2008

Mighty avengers 1-8

Ma sì, i vendicatori! Costruiamo un supergruppo post civil war, piuttosto bizzarro; facciamolo scontrare con i cattivi più cattivi dell’universo (l'uomo Talpa, Ultron, Venom, il Dottor Destino, la futura Invasione...) Diamogli un twist romantico e tante scazzottate di massa; un'aria da commedia leggera e alcuni personaggi inediti (Ares, un incrocio tra Thor e Wolverine, uno che dice cose tipo: "Is there anything about me that suggests I'm the kind of guy who wants to share his feelings with a woman?"); aggiungiamo un disegnatore a cui piace disegnare le chiappe femminili (anche troppo: pure i mostri sotterranei dell’uomo Talpa hanno talvolta le forme dolci e curve di Miss. Marvel...) e uno scrittore abile nel dialogo del cazzeggio (peccato solo che esageri con i pensieri dei personaggi: vorrebbe essere spiritoso ma non padroneggia l’arte del contrappunto). Ecco. Quasi perfetto, se non fosse che, dal numero 7, Cho viene sostituito da Bagley...

giovedì 21 febbraio 2008



100 Bulletti 87 - bello eh, bello. no sul serio, una bella serie, intensa. certo. uh uh. no, guarda, proprio hard boiled. HARD BOILED. no. FICHISSIMA. sì: ma di che cazzo parla? Leggere un singolo numero al mese è sconfortante. Spero che finisca presto, così da poterla rileggere tutta e finalmente capirci qualcosa.

martedì 19 febbraio 2008

Astonishing X-Men #1-24



E così quasi ci siamo: dopo l'uscita del numero 24, manca ancora un ultimo numero Giant Size e poi il titolo passerà dalle mani di Joss Whedon e John Cassaday a quelle di Warren Ellis e Simone Bianchi (il che si può considerare, in riferimento a Ellis, un'ottima notizia o una pessima notizia (che con Ellis non si sa davvero mai)).
C'è subito da dire che la serie non è disprezzabile: ci sono sì i colpi di scena carogna (vedi il ritorno di Colossus), ma ci sono anche spunti intriganti e intelligenti (come la Danger Room senziente). Altri punti forti del Whedon sono, ovviamente, i rapporti fra le coppie (Emma e Scott, Kitty e Peter), anche se in diversi casi sono risolti con una sciacquatura d'acqua di rose davvero patetica. Si vede poi in maniera chiara come Whedon ami o non ami particolarmente certi personaggi, tipo un Wolverine ai minimi storici, o un Beast sempre al di sopra della situazione.
Ecco, Whedon: mah. Lo vedi che è sempre lì alla ricerca del dialogo cool, dello scambio di battute figo che induca al ghigno, e poi non riesce a gestire un cambio di scena in maniera decente che sia uno. A volte si ha l'impressione che manchino una o due pagine, e certi salti in avanti nella narrazione li vedi proprio che non c'aveva voglia di scrivere quello che succedeva. Un paio di sforzettini in più non sarebbero guastati.
Cassaday. Io adoro quest'uomo: adoro il suo tratto pieno, cicciosotto, magniloquente, iconico. Anche se poi ti sbaglia le anatomie tre volte su cinque, e pure all'interno di una stessa pagina non è in grado di disegnare due volte una testa in maniera non dico identica, ma che non sia deforme. Vitale, come al solito, la collaborazione con la colorista Laura Martin (ex Depuy), che dimostra di saper usare bene il gradient tool di Photoshop, e inoltre ha una predilezione per la monocromia che, dai e dai, si inizia a pensare davvero più che sospetta.

giovedì 14 febbraio 2008

Y the last man



E così Y è finito. 60 numeri, 5 anni di pubblicazione, non so quanti premi vinti. Una volta uscito l'ultimo numero mi sono procurato tutta la raccolta e l'ho divorata. Sarò io che non leggo abbastanza, ma raramente in un fumetto 'meregano si era trattato con così poca paura, con così tanto divertimento e leggerezza (e raramente con superficialità) le questioni di genere - nel senso di gender. Una lettura eccezionale, ma non un capolavoro, come pensavo dopo i primi venti numeri. Non che deluda, eh? Non delude mai, porta avanti le trame, i temi, i tempi, i personaggi con un'attenzione perfetta, una coerenza precisissima, un senso del dialogo divertito, eppure... Eppure alla fine resta l'impressione di essersi letti la trasposizione a fumetti di un lungo telefilm di ultima generazione: intenso, bello, anche rischioso in certi momenti, ma tutto là: senza quel che di epocale che avrebbe potuto rendere una bomba la serie. Insomma, a parte il fatto che tutte le donne disegnate sono delle gran fighe (non che sia un lato del tutto negativo), lo sviluppo romantico, soapoperoso, sempre alla ricerca dell'effetto sentimentale, o del colpo di scena, prevale eccessivamente su quello fantascientifico. E non è una cosa da poco, perché tutto il tema della clonazione, della procreazione assistita, e tutte quelle menate lì, poteva essere sviluppato in modo violento e rivoluzionario, e risulta invece solo un pretesto narrativo del cazzo, buono a dare un frullo alla vicenda...

Un ultima nota: i disegni migliorano di numero in numero, soprattutto grazie a José Marzan Jr. che fa un lavoro di china sempre più preciso e interessante sulle matite di Pia Guerra - che, diciamocelo, vorrebbe essere John Romita Sr. ma rischia sempre di essere Mark Bagley. E così i colori - anche se certe figatine da fotoshoppe, certe sfumature che dovrebbero dare profondità ma che rendono tutto plasticoso sono un po' esagarate.

7 per il divertimento
8 per la componente femminile
9 per i dialoghi
2 per le menate romantiche dell'ultimo story-arc
1 per le cazzate psssiccologgiche (vedi l'israeliana nel penultimo numero)

in complesso 7, dai

mercoledì 6 febbraio 2008

Post di prova n. 1

Parliamo delle letture di oggi. Avengers The initiative è una delle sorprese di questo inizio 2008. Buona trama, buoni personaggi, una scrittura solida (questo Slott si sta rivelando un ottimo autore). Disegni così così, molto plastici, forse troppo. Non mi esaltano i colori, a dirla tutta, fanno troppo animazione. Numeri letti 1-5

Immortal Iron Fist è un altro ottimo titolo. Scritto dall'onnipresente Brubaker, prende un personaggio degli anni 70 e lo reinventa, aggiungedogli un tocco di Starman (quello di James Robinson). Il primo story-arc (6 numeri) è molto divertente: cinesi cattivi, scalate finanziarie, gran mazzate e l'Hydra, che ogni volta che c'è ti tira su un numero. Consigliatissimo.