mercoledì 31 dicembre 2008

Marvel Major Events: 5 - The Korvac saga (Avengers #168-177, 1977-1978)

Trama
I Vendicatori si uniscono, fra loro e con i Guardians of the Galaxy*, e le prendono. A trifolarli sono, in ordine: Ultron, the Collector, Korvac, Carina (figlia del Collector e compagna di Korvac). Poi, all'ultimo, a Korvac gli passa la voglia (né più né meno), ma non dopo aver ammazzato un po' di gente ed averla fatta rivivere (potenza del power cosmic).Giudizio sintetico
Insomma, mica un granché. L'intera saga in realtà è rappresentata da uno sfondo comune, labile e poco esplorato, a episodi e temi tra loro molto dissimili (lo scontro con Ultron, poi quello con il Collector, qualche power play fra Cap e Tony, la gelosia di Quicksilver nei confronti di Vision, i Guardians of the Galaxy che si fanno principalmente i cavoli propri, e tutta una calderonata di robe del genere, abbastanza alla rinfusa). Il risultato è che per avere qualche colpo di scena bisogna arrivare a uccidere i personaggi (prontamente resuscitati, ovviamente), uno dei mezzucci classici per fingere una profondità narrativa che non si riesce ad ottenere in altre maniere.Son cose
Più che le rocambole, i cazzottoni o le solite sequele di varia verbosaggine, quello che affascina della saga è l'ambiguità dell'architettura ideologica sulla quale Shooter ha deciso di basare il tutto. Korvac infatti non è il solito cattivone "incompreso ma in fondo in fondo buono" con un piano di riforma universale che prevede una fraccata di morte e dolore per un bene superiore - al contrario, Korvac, sotto le risibili spoglie terrene di un biondone giuggiolone, si rivela essere proprio un buono-buono, il cui obiettivo sarebbe stato di dare la felicità e l'indipendenza a tutti gli esseri umani senza contropartite negative o inghipponi fraciconi (e infatti alla fine si lascia morire non perché sopraffatto, ma perché deluso dalla piccineria tutta mazzate sulla capa degli eroi che gli si scagliano contro senza quasi averne un motivo).Saltano agli occhi
-fra i vari disegnatori, si nota un giovane Pérez già a completo agio con scene d'azione di massa (che poi non riesca quasi a far dei primi piani anatomicamente decenti è un altro discorso);
-la fissa di Shooter per i personaggi onnipotenti si mostra già qui in tutta la sua potenziale perniciosità, anche se bisognerà aspettare qualche altro anno per vederla deflagrare in tutta la sua deplorevole miseria**
Prossimo evento in programma
The Dark Phoenix Saga

* Guardians of the Galaxy che qui erano ancora scritti come provenienti dal futuro, e non da un universo parallelo come sarà poi in seguito
** Secret Wars I e II (e scusate la profanità)

domenica 28 dicembre 2008

CONIGLI ASSASSINI! SCRITTORI ASSASSINI! TOKYO MINACCIATA DA MOSTRI ASSASSINI!

post in formato magazine, che fa tanto figo!
[AGGIORNAMENTO]: la vendetta dello spirito della vendetta! ghost rider continua a piacermi: jason aaron sta diventando uno dei miei sceneggiatori marvel preferiti. potrebbe perdersi nel tentativo di emulare garth ennis, e invece finisce per surclassarlo sul suo stesso campo. Angeli, demoni, guerre per il paradiso, tanti ghost rider (giapponesi, cinesi, indiani...) , tante botte, tanti dialoghi divertenti e tanta continutity. e, soprattutto, la pagina della posta: ormai scomparsa da quasi tutte le testate, viene riesumata con un intelligente colpo di nerditudine da parte dello scrittore che ne approfitta per divertirsi in compagnia dei lettori.
nota di merito anche per i disegni di tan eng huat, che sono sempre più adatti al tono della serie.

[BOOK OF THE MONTH]: Usagi Yojimbo by stan sakai
avevo lasciato da parte i miei albetti mensili del coniglio samurai per un annetto, così mi sono ritrovato a leggere una decina di storie in un solo colpo e mi sono potuto rendere conto ancora meglio di quello che è il punto forte di questa serie giunta, almeno nella sua incarnazione dark horse, al numero 115.
detta molto semplicemente, Usagi Yojimbo non è la narrazione delle avventure di un personaggio: è il racconto di un mondo in cui tutti i personaggi si muovono contemporaneamente. così, quello che la dc e la marvel cercano di fare da anni, con crossover e team up, sakai lo ottiene ogni mese, e con una sola testata: tutto vive, e la sensazione è che tutti i personaggi che nascono dalla fantasia di sakai non aspettino di incontrare usagi per muoversi, ma vivano comunque le proprie avventure anche in sua assenza.
in diversi numeri della testata il protagonista brilla per la sua assenza perché la lente di ingrandimento è puntata su altre situazioni: e così quando alla fine - magari in occasione di una storia più importante di altre - alcuni di questi personaggi agiscono insieme, il tutto sembra più naturale perché tu, lettore, sapevi benissimo cosa stavano facendo quei personaggi, che strade stavano percorrendo, e sapevi che avrebbero potuto incontrarsi prima o poi. in questo modo sakai riesce ad introdurre una ferrea ma discreta continuity che non distrae o asfissia il lettore, che non lo costringe a leggere gli arretrati per capire tutto perchè non c'è segno di forzatura, e il godimento aumenta. essendo molte storie autoconclusive, inoltre, quasi ogni numero è un buon punto di partenza per un nuovo lettore.
Il fatto che poi le avventure siano divertenti, che i personaggi siano ben studiati, che i riferimenti storici e culturali al giappone medioevale siano curati e precisi, beh... tutto ciò non fa che rendere Usagi Yojimbo un must, una serie degna di essere insignita del premio book of the month che oggi si inaugura. E speriamo duri almeno altri cento numeri!

[FOCUS ON]: jeph loeb.
occhi (e mitragliatori) puntati su uno degli scrittori peggiori del momento.
jeph loeb: il suo hulk fa cagare, il suo ultimatum fa cagare, i suoi ultimates fanno cagare. secondo me erano stucchevoli anche i suoi spiderman:blue, devil:yellow, superman: four seasons, etc. L'unica cosa uscita dalla sua fantasia che mi aveva divertito erano alcuni (sottolineo: alcuni) numeri di superman/batman.
il fatto è che loeb non è mai stato bravo: finge di essere uno scrittore lirico, poetico senza esserne capace, affidandosi soltanto alla bravura del disegnatore con cui ha la fortuna di collaborare (che in molti casi è effettivamente bravo: tim sale, pacheco, mc guinness, etc. etc.) .
ma lui è patetico: voglio dire, chi si ricorda la sua sequenza di storie su x-man? o su cable? o su x-force? e i suoi challengers of the unknown? e il suo capitan america (by liefeld) di heroes reborn?e come dimenticare che è consulente e scrittore per la televisione di smallville??
mi ricorda un pò lobdell, ma peggio di lobdell. almeno lobdell ogni tanto ci prendeva, loeb no.
il problema è che vende.
il suo hulk rosso vende, per tutti i diavoli dell'inferno.

[ANIME CORNER]: astro fighter sunred

mai visto un sentai?
partiamo dal concetto di base: i sentai sono telefilm giapponesi per bambini dagli 8 ai 14 anni (che io guardo con grande divertimento) basati su un team di supereroi alle prese con mostri dediti alla conquista del pianeta terra e alla distruzione del genere umano. di solito il team è formato da 5 elementi, e il capo è quello colorato di rosso.
ecco, a.f.s. si concentra sul tizio colorato di rosso, alle prese con l'organizzazione segreta florsheim, pronta a tutto per annientare il nostro eroe.
combattimenti, trasformazioni, lotte e colpi segreti: tutto ciò è presente in astro fighter sunred, ma solo nella sigla.
gli episodi mostrano tutto ciò che avviene quando i nostri non combattono: e così scopriamo che il capo dei florsheim è un appassionato di cucina occidentale, che alcuni suoi sgherri soffrono di problemi di autostima, che sunred teme la concorrenza di un altro astro fighter che difende un diverso distretto, che quando uno dei malvagi mostri va a farsi un'endoscopia dal gastroenterologo la gang dei florsheim non osa cominciare il combattimento di turno con sunred finché non si sa quale sia la malattia diagnisticata.

- qual è la sua occupazione?
- ...mmmhhh... la conquista del mondo.
- capisco.
- e allora, dottore?
- non si preoccupi, è tipico di chi svolge attività così stressanti soffrire di bruciori allo stomaco.

insomma, ogni episodio (di 13 minuti cadauno) contiene spunti demenziali in grado di far rovesciare dalle risate, anche in virtù di una animazione che sembra quasi in flash. da non perdere la rubrica di cucina del capo dei florsheim, master vamp (vera: ci sono dei filmati dal vivo che illustrano la preparazione dei piatti) .
la più divertente sorpresa anime di questo fine 2008. da vedere! (altro che hulk rosso...)

la prossima puntata: scem(p)i dal passato marvel, il punto della situazione sugli x men e soprattutto bendis! (forse).

mercoledì 24 dicembre 2008

lunedì 22 dicembre 2008

Marvel Major Events: 4 - Secret Empire (Captain America #166-176, 1973-1974)

Trama
Capitan Ammerega, fra una super scazzottata e l'altra, si trova impegolato in un coup d'etat orchestrato dalla sinistrissima quanto influente organizzazione "Secret Empire" (e alla fine ci vanno di mezzo pure gli X-Men). Nel frattempo Falcon (in quel periodo co-titolare della testata) si fa un paio d'ali a Wakanda, courtesy of T'Challa (ovvero Black Panther), e salva le pallide chiappe di Cap a più riprese.
(dopo le mummie viventi arrivano anche il cinese immortale e il figlio dello scienziato pazzo nazista) (giuro)

Giudizio sintetico
Dal punto di vista narrativo la saga di Secret Empire non è un granché: il procedere è stracco e risibile (tanto che si può tenere una tabella di quante volte Capitan Ammerega viene gassato e si riprende prima del tempo grazie al suo fisicaccio, stendendo i cattivoni con un calcio alle caviglie), gli antagonisti sono vieppiù delle burlette ripescate da varie tradizioni (pulp magazines in testa), i supposti colpi di scena e capovolgimenti di situazione risultano essere delle pantomime al massimo farsesche (tranne che in pochissimi casi). Quello che però attira e risulta interessante sono, in mezzo a tutto questo ciarpame, i temi esplorati da Englehart, il quale non si fa problemi, da una parte, a trattare di manipolazione dei media e cospirazionismo politico, e dall'altra a scavare in maniera non banale nella psicologia di Rogers e nella questione razziale (anche se, in questo ultimo caso, certi stereotipismi non vengono affatto evitati). Insomma, la saga è molto diseguale, e alla fine è un peccato che le questioni affrontate a livello di soggetto siano immerse in una trama così goffa e sciocca.Son cose
L'Innominato a capo del Secret Empire viene, alla fine della fiera, smascherato ma non mostrato: una reticenza necessaria quanto bella, che i lettori più accorti si sapranno ben gustare*.Saltano agli occhi
-Englehart è al suo meglio quando setaccia e approfondisce la figura stessa di Captain America, sbalzando un profilo che diverrà poi la base di partenza per tutti gli autori futuri (l'intreccio, ripeto, purtroppo è una monnezza).
-Ai disegni, il Buscema già visto in The Kree-Skrull War si dimostra un po' più smaliziato, e leggermente meno ossequioso nei confronti di Kirby (il quale resta comunque un riferimento visivo ingrombrante).(way to go, Cap, way to go)

Prossimo evento in programma
The Korvac Saga

* vabbe', dai, vi risparmio la gugolata: Watergate

lunedì 15 dicembre 2008

Marvel Major Events: 3 - The death of Gwen Stacy (The Amazing Spider-Man #121-122, 1973)

Trama
Gwen Stacy muore. Norman Osborn muore (ancora; poi ritorna). Harry Osborn si cala l'acido (ancora; poi muore; poi ritorna). Peter è sempre più sfigato.
Giudizio sintetico
Due numeri densi per uno dei pochi episodi dei comics che è resistito a retcon e rifacimenti vari (si prega vivamente di non prendere in nessuna considerazione quel vero e proprio insulto alla memoria rappresentato da Sins Past*), e che molti considerano l'evento di chiusura della Silver Age. L'azione narrativa, veloce e concitata, si muove senza sosta da un Peter insolitamente duro e cupo (anche prima del turning point), alle girate di boccino della famiglia Osborn. Il tutto ruota attorno alla notissima scena sul ponte, avvenimento gestito con magistrale secchezza sia dalla sceneggiatura di Conway (il quale gioca gran parte della sua forza nei cambiamenti di registro verbale di Peter) che dai disegni di Kane.
Poi, sì, c'è la questione "collo spezzato o shock da caduta" (quest'ultima è una versione fornita subito da Conway stesso, tramite Osborn-Goblin, come a voler negare ogni possibile ombra su Peter), sulla quale si potrebbero versare fiumi di byte, ma per quanto mi riguarda quello SNAP è forse l'onomatopea più chiara della storia dei comics.Son cose
Fra le tante, i primi piani di Gil Kane, capolavori di cesello psicologico (e a volte sembra riuscire a rendere espressiva pure la maschera di Spider-Man). E Mary Jane che, invece di uscire sbattendo la porta, decide di rimanere vicino a Peter (parallelo perfetto con Peter che, al contrario, aveva abbandonato Harry).
Saltano agli occhi
-i dialoghi di Gerry Conway: basta con le minuziose descrizioni a voce alta di quello che si vede sulla pagina; basta, in parte, anche con la forzata rassegna dei nomi dei personaggi (per non far sentir sperduti i nuovi lettori). Conway finalmente utilizza i dialoghi in maniera molto più naturale rispetto alle farraginose pappardelle dei contemporanei colleghi, e se anche la quantità rimane tutto sommato alta, la parte scritta non si presenta più come una ridondanza seccante, bensì come un luogo diverso di sviluppo del fumetto.* nel quale uno Straczynski irriconoscibile introduce la balzana storyline dei figli che Gwen e Norman avrebbero avuto in Francia poco prima degli eventi narrati nei numeri qui recensiti (giudizio sintetico: mapperfavore).Prossimo evento in programma
Secret Empire

Marvel Major Events: 2 - The Kree-Skrull War (Avengers #89-#97, 1971-1972)


Trama
I Vendicatori se la spassano un po' con Capitan Marvel, i Kree e gli Skrull (e già che ci sono fanno una capatina pure dagli Inumani). Nel mezzo abbiamo un viaggio allucinante all'interno del corpo androide di Visione, una continua stracciatura di palle da parte di Rick Jones* (l'everyman marveliano più sciapo in assoluto), una riproposizione della caccia alle streghe maccartista in salsa aliena, e, per finire, un po' di botti interstellari.

Giudizio sintetico
Più che una vera e propria saga si tratta di una collezione di episodi che vanno a costituire un quadro alquanto disomogeno, dal quale si apprendono un po' di notizie sia sulla storia dell'universo Marvel, sia sulle razze presentate. L'intera storyline si basa su citazioni palesi di film o eventi politici del recente passato ammeregano, e anche se il tutto è ben spruzzato di flashback, rivelazioni e una buona delinazione dei rapporti fra i personaggi, il procedere narrativo è vistosamente forzoso e poco coeso. Non mancano, come già scritto, dei passaggi interessanti: ad esempio come si presenta il corpo di Visione all'interno, oppure come mai la Terra è in mezzo a tutte le beghe cosmiche che accadono ogni altro giorno.

Son cose
Le matite di Neal Adams sono qui qualcosa di magnifico: pose plasticissime, inquadrature ardite, primi e primissimi piani d'alto impatto, angolature deformanti - insomma, tutta una galleria di trovate visive davvero sontuosa (l'altro disegnatore, Sal Buscema, non si discosta molto da una coscienziosa reimpastatura kirbiana della tavola - buono, ma niente di eccezionale).

Saltano agli occhi
-gli skrull che vanno in vacca, letteralmente: si tratta di una ripresa di Fantastic Four #2, nel quale quel genio bislacco di Richards ipnotizza tre skrull per farli trasformare in maniera permanente in mucche (già). Una bizzarria ben ripresa e che sarà sfruttata ancora (come in quella perla di Skrull Kill Krew).
-la muffosità verbale dell'epoca assume qui tinte pre-bendisiane: l'artificiosa dialettica fra balloons di parlato e di pensiero (ne è un esempio Visione che parla distaccato e poi si sdilinquisce mentalmente per Wanda) è quanto di più goffo si possa immaginare.

Prossimo evento in programma
The death of Gwen Stacy

* il suo nome completo è Richard Milhouse Jones, e già qui si capiscono un sacco di cose

domenica 14 dicembre 2008

Marvel Major Events: 1 - Galactus saga (Fantastic Four #48-#50, 1966)


Premessa
Finito di leggermi Secret Invasion m'era venuta nostalgia di Civil War; rilettomi Civil War stavo per stendere una nerdata con tutti i crismi, quando ho pensato: "Perché limitarsi agli ultimi due eventoni? Perché non facciamo le cose per bene e partiamo dall'inizio?"
Eh, perché no?

(siccome penso che finirò con 'sta carrellata almeno fra un paio di mesi, vi anticipo subito il giudizio sintetico su Secret Invasion: parte bene, si sputtana dopo due numeri, va poi alla deriva in un mare di noia e sbadigli. Cose positive: i tie-in, fighi e ficcanti. Cose che saltano agli occhi: ho capito recuperare Tony Stark, e farlo diventare nuovamente simpatico, ma se occorre tutta 'sta brodaglia era meglio lasciarlo stronzo come la morte e modificarlo poco a poco nelle sue testate)

Trama
Galactus, divoratore di pianeti, arriva sulla Terra con lo scopo di papparsela (il tutto tramite una complicata serie di ammenicoli meccanici superbamente ingarbugliata da Kirby). Il compito di smazzolarlo tocca ai Fantastici Quattro (Reed "Mr. Fantastic" Richards, l'uomo che si allunga a piacere; Susan "The Invisible Woman" Storm, la donna tappezzeria; Johnny "The Human Torch" Storm, il ragazzo che si infiamma facilmente; Ben "The Thing" Grimm, riconoscibile dal suo grido di battaglia "Pietra portentosa, divento la Cosa!"*), aiutati da Uatu il Guardone (un super essere alieno che registra passivamente (oddio, non sempre) tutto quello che accade sul pianeta) e da Silver Surfer (un ex componente dei Rockets che si è dato al surf cosmico e alla piaggeria nei confronti di Galactus).

Giudizio sintetico
Una saga baldanzosa, straripante imponenza visiva e gagliardezza di temi e d'azioni. Johnny che si fa letteralmente un viaggio cosmico aiutato da Uatu è uno dei momenti fumettistici pre-anni 70 più lisergici della storia dei comics; Silver Surfer che sbarella ganzo sulle correnti stellari è buon secondo; Galactus, poi, una sorta di incarnazione della bulimia termodinamica dell'universo, è una trovata che vale due Morrison.

Son cose
Kirby in uno dei suoi massimi momenti di gloria e potenza: fra scene spaziali, astronavi astruse, collage fotocopiati direttamente sulla tavola, cazzottoni e raggi energetici si ha qui l'esempio perfetto del perché ancora oggi sia considerato il Re (e chissenefrega se le proporzioni di Galactus cambiano ogni due vignette). Ogni tavola è un piacere geometrico da scrutare in ogni minimo dettaglio e linea cinetica, e la composizione di gruppi e personaggi sfonda la pagina in ogni occasione.

Saltano agli occhi
-la muffosa verbosità dell'epoca;
-la strepitosa sovrabbondanza di idee buttate sul piatto: in soli tre numeri (e neppure interi: metà del 48 è dedicata alla fine di un arco narrativo con gli Inhumans; una manciata di pagine del 50 serve a introdurre la successiva storyline) vengono introdotti due personaggi di importanza cosmica (pun intended), si esplorano pienamente le fragili dinamiche matrimoniali fra Reed e Susan (altro che i sette numeri di Civil War più gli otto numeri di tie-in dei Fantastic Four), e si trattano temi e concetti assolutamente non banali.

Prossimo evento
The Kree-Skrull War

* momento amarcord post-pop alternativo. In realtà non fa altro che urlare: "It's clobbering time!"

venerdì 5 dicembre 2008

Dark Reign preview


Ma che gli è successo a Maleev? Che sia la demoniaca influenza di Bendis? No, perché un Namor così schifo non lo si era mai visto. Eccheccacchio. (poi: Bendis sta per mettere le mani su Emma Frost: in quanti numeri riuscirà a rovinare gli anni di lavoro sul personaggio di Morrison e Whedon?) (io dico due)