venerdì 8 agosto 2008

Alexander

La fiera della tronfiaggine. Che ho capito la mega-produzione, la ricerca stilistica certosina quanto amplia e ricca, e una coerenza visiva pressoché totale, ma in mezzo a tutto questo gran marchingegno visivo quello che salta agli occhi è, alla fine, quasi solo l'ebbro autocompiacimento per l'apparato che si è riusciti a mettere in piedi (o, meglio, su carta). La storia, infatti, non riesce a star dietro ai disegni e alle inquadrature, non riesce a raggiungere una vera dimensione di narrazione epica, e non bastano, nell'ordine di esposizione, infinite carrellate di immani eserciti in marcia, o estenuanti scene in cui i personaggi, silenti e torvi, affrontano con lo sguardo superbo e orgoglioso l'avversario, o il proprio futuro, o le balle trifolate dello spettatore - non bastano neppure un paio di tette turgide ogni tanto, una manciata di ammicco-ammicco mescolati nella lampante tensione omosessuale, i riti orgiastici pieni di serpentoni, e confuse quanto strabordanti rimasticazioni filosofiche - non basta niente di tutto questo, o, meglio, si deve proprio a tutto questo il semplice risultato che Alexander, alla fine della fiera, risulta semplicemente essere una noia sterminata.

2 commenti:

alberto ha detto...

e pensa che a me invece alexander è sempre piaciuto un casino...

gualtiero ha detto...

assì? Io proprio non son riuscito a sopportarlo (a parte l'episodio in cui Alessandro "cade" nel futuro, e qualche altra scena qua e là).
In settimana butto giù qualche altra recensione, che qua si langue, neh :D