domenica 14 dicembre 2008

Marvel Major Events: 1 - Galactus saga (Fantastic Four #48-#50, 1966)


Premessa
Finito di leggermi Secret Invasion m'era venuta nostalgia di Civil War; rilettomi Civil War stavo per stendere una nerdata con tutti i crismi, quando ho pensato: "Perché limitarsi agli ultimi due eventoni? Perché non facciamo le cose per bene e partiamo dall'inizio?"
Eh, perché no?

(siccome penso che finirò con 'sta carrellata almeno fra un paio di mesi, vi anticipo subito il giudizio sintetico su Secret Invasion: parte bene, si sputtana dopo due numeri, va poi alla deriva in un mare di noia e sbadigli. Cose positive: i tie-in, fighi e ficcanti. Cose che saltano agli occhi: ho capito recuperare Tony Stark, e farlo diventare nuovamente simpatico, ma se occorre tutta 'sta brodaglia era meglio lasciarlo stronzo come la morte e modificarlo poco a poco nelle sue testate)

Trama
Galactus, divoratore di pianeti, arriva sulla Terra con lo scopo di papparsela (il tutto tramite una complicata serie di ammenicoli meccanici superbamente ingarbugliata da Kirby). Il compito di smazzolarlo tocca ai Fantastici Quattro (Reed "Mr. Fantastic" Richards, l'uomo che si allunga a piacere; Susan "The Invisible Woman" Storm, la donna tappezzeria; Johnny "The Human Torch" Storm, il ragazzo che si infiamma facilmente; Ben "The Thing" Grimm, riconoscibile dal suo grido di battaglia "Pietra portentosa, divento la Cosa!"*), aiutati da Uatu il Guardone (un super essere alieno che registra passivamente (oddio, non sempre) tutto quello che accade sul pianeta) e da Silver Surfer (un ex componente dei Rockets che si è dato al surf cosmico e alla piaggeria nei confronti di Galactus).

Giudizio sintetico
Una saga baldanzosa, straripante imponenza visiva e gagliardezza di temi e d'azioni. Johnny che si fa letteralmente un viaggio cosmico aiutato da Uatu è uno dei momenti fumettistici pre-anni 70 più lisergici della storia dei comics; Silver Surfer che sbarella ganzo sulle correnti stellari è buon secondo; Galactus, poi, una sorta di incarnazione della bulimia termodinamica dell'universo, è una trovata che vale due Morrison.

Son cose
Kirby in uno dei suoi massimi momenti di gloria e potenza: fra scene spaziali, astronavi astruse, collage fotocopiati direttamente sulla tavola, cazzottoni e raggi energetici si ha qui l'esempio perfetto del perché ancora oggi sia considerato il Re (e chissenefrega se le proporzioni di Galactus cambiano ogni due vignette). Ogni tavola è un piacere geometrico da scrutare in ogni minimo dettaglio e linea cinetica, e la composizione di gruppi e personaggi sfonda la pagina in ogni occasione.

Saltano agli occhi
-la muffosa verbosità dell'epoca;
-la strepitosa sovrabbondanza di idee buttate sul piatto: in soli tre numeri (e neppure interi: metà del 48 è dedicata alla fine di un arco narrativo con gli Inhumans; una manciata di pagine del 50 serve a introdurre la successiva storyline) vengono introdotti due personaggi di importanza cosmica (pun intended), si esplorano pienamente le fragili dinamiche matrimoniali fra Reed e Susan (altro che i sette numeri di Civil War più gli otto numeri di tie-in dei Fantastic Four), e si trattano temi e concetti assolutamente non banali.

Prossimo evento
The Kree-Skrull War

* momento amarcord post-pop alternativo. In realtà non fa altro che urlare: "It's clobbering time!"

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)