mercoledì 30 aprile 2008

Ultimate Spider-man 118-120 - Questo è l’unico motivo per cui la sezione ultimate è ancora in vita. Bendis è riuscito a rendere quella freschezza che c’era nelle storie dell’uomo ragno di Stan Lee, risucchiando un po’della sfiga di Peter Parker e distribuendola tra i comprimari. In definitiva è una versione superereoistica di O.C. e miracolosamente funziona. Quasi nessuna battaglia, spesso Peter non si traveste neppure da uomo ragno, chiacchiere di adolescenti in piena crisi sentimentale, ma anche allegria, divertimento, ecc. Se non fosse per il modo in cui Bendis tratta Kitty Pride, questa sarebbe la serie che leggo con più piacere.

martedì 29 aprile 2008

Thor 07 - I primi sei numeri di questa nuova testata erano disegnati da dio, no, sul serio. Bellissimi. Da rimanere con la bocca aperta e sbavare. E per quanto la trama non si sprecasse in guizzi avventurosi, ma tendesse a soffermarsi soprattutto sul ritrovamento di uno status quo - certo, con qualche riflesso di brillantezza tutta dovuta allo scontro tra la natura mitica di Thor e la normalità del midwest 'meregano - la situazione lasciava sperare qualcosa di avvincente. E invece con questo numero sette tutto torna alla normale merdosa e fantasy epica nordica, disegni quasi barocchi nella ricerca dell’effetto emotivo, anche belli, ma pesanti e inutili e poi: la ricerca di Odino, i corvi, il mondo dei morti, il lettering gotico, l’inglese pomposo: tutte quelle menate lì. Spero vivamente che sia solo un numero di passaggio perché quando Straczynsky vuol fare il saccente è un vero stracciacazzo. E in più ci mette dentro pure il gatto di Schroediger, e la fisica quantistica non è mai stata così di moda per nulla.
Flash 238 - Per quanto disprezzi l’idea della famiglia di supereroi, (a parte gli Invincibili da cui questo fumetto prende a grosse manate), e quindi partissi nella lettura con una prevenzione pari solo a quella che avrei nel mettermi ad ascoltare un disco di Mino Reitano - una prevenzione tutta trash, insomma - alla fine dei conti - sorvolando lievemente sui disegni, abbastanza insopportabili e finto giovanilistici - Flash non sembra una testata del tutto negativa: ha il fascino dei cartoni animati di una volta, in cui il buono si trova in difficoltà un po’ perché ci si è messo da solo, un po’ perché il cattivo ne ha approfittato. Ma sì dai, sufficiente, e comunque meglio dell’ultimo di Mino Reitano.

mercoledì 23 aprile 2008

Hellblazer 240-242: Uno stregone nero arriva dall’africa incazzato almeno quanto lo ero io dopo le elezioni, forse un po' di meno, per tagliare la testa a Constantine a mazzate di machete. Non lo so. A parte che i disegni sono i tipici disegni che ti aspetteresti da una serie vertigo e in particolare da Hellblazer (graffiati, ma non troppo), a parte che Constantine è parecchio bastardo e a parte tutto il sangue che cola, questa storia del mago africano cattivo mi sa troppo di "oh mio dio che gran casino abbiamo combinato col colonialismo siamo tutti colpevoli e ci verrà restituito con gli interessi". Leggibile, comunque, se piace il genere.

martedì 22 aprile 2008

Daredevil 106 - Brubaker è un sadico. Ha lo spirito del bambino di dieci anni che stacca le zampette alle formiche, una per una, e mette ciò che resta sulla ragnatela per vedere il ragno che fa. Matt Murdock gli sta profondamente sul cazzo. E anche tu lettore non gli sei troppo simpatico. Epperò non puoi fare a meno di finire di leggere questo fumetto appena lo inizi. Non è niente male questo numero 106, anche se è l’epilogo della saga precedente. Ben tenuto il giochino dei punti di vista e l’imperscrutabilità dei pensieri di Devil. I disegni sono buoni. Azaceta non è un disegnatore originalissimo, ma almeno ha un cuore. E finalmente dei colori come si deve: ora e sempre lode, lodissima lode a Matt Hollingsworth che da oggi è il mio colorista preferito!

venerdì 18 aprile 2008

Harvey Birdman, attorney at law

"Harvey Birdman - Attorney at Law" è una serie televisiva prodotta da Cartoon Network che è andata in onda negli Stati Uniti dal 2001 al 2007, per un totale di 39 episodi di 12 minuti l'uno, su Adult Swim (una fascia di programmi dello stesso Cartoon Network che dal 2005 è diventata un network indipendente, pur continuando a condividere le frequenze con CN).
Va detto subito che la serie è un concentrato di demenza, satira, slapstick e comicità becera (da rutti, scorregge e agghiaccianti doppi sensi sessuali) che sorprendentemente funziona e, anzi, risulta totalmente ilare.
Il meccanismo sotteso all'intera serie, e che la fa funzionare così bene, è duplice: da una parte vi è una rilettura in chiave realistica di tutti i personaggi Hanna&Barbera degli anni 60-70, i quali compaiono in veste di imputati durante i casi di cui si occupa Harvey - egli stesso ex-supereroe hannabarberiano che, stufatosi della faticosa vita del supereroe, ha deciso di intraprendere una "vera" carriera - ecco così un Fred Flintstone mafioso, Shaggy e Scooby strafatti, Topcat giocatore d'azzardo, Super Segretissimo esibizionista (e, in una puntata successiva, Morocco che fa letteralmente la talpa in Iraq), Bubu terrorista unabomberiano etc. Dall'altra, queste riletture sono infarcite di un ipercitazionismo pop che pesca a piene mani sia nei serial televisivi che nelle questioni sociali e politiche ammeregane (ridendo e scherzando vengono satireggiati i dibattiti sull'evoluzionismo, le droghe leggere, il secondo emendamento, le coppie di fatto, l'omosessualità, l'ecologia et alia). A coronare il tutto non mancano ovviamente una serie di situazioni stranianti, personaggi ricorrenti e catchphrases pure e semplici (le migliori sono il "BACK OFF!" di Reducto e la risata di Sebben, entrambi doppiati da un impagabile Stephen Colbert) che vanno a costituire un nocciolo duro dello show con il quale ci si può innerdare a piacere.
Da segnalare infine la succosa pagina dedicata sul sito di Adult Swim, e il fatto che difficilmente vedremo mai questo cartone decentemente doppiato e trasmesso qui in Italia.

mercoledì 16 aprile 2008

Countdown to Final Crisis #02

Ed eccoci arrivati all'appuntamento settimanale con quell'orribile pastrocchio che passa sotto il nome di Countdown.
In breve:
-i dialoghi peggiorano? Sì.
-i disegni? Pure.
-la storia? Manco a parlarne.
Questo numero, nello specifico della bruttura, si presenta come un pasticcio fra kaiju eiga (Jimmy Olsen nella parte di Godzilla, Darkseid improvvisamente ingigantito - così, da una vignetta all'altra - la spiegazione? "It's freaking Darkseid!" Ah, ecco, grazie) e motivi edipici fiacchissimi.

Kolins alle matite cerca di rifare il Kirby cosmico (e hai detto poco), fallendo miseramente (a voler essere buoni: un Orion disegnato così è da pesci in faccia).
Non se ne può davvero più.

Poor Neil

E poi dicono che fare il fumettista non è pericoloso.


(sì, be', l'incidente con il cane non è proprio il massimo della "situazione pericolosa", ma è pur sempre un'avventura, no?)

lunedì 14 aprile 2008


All new atom 21 - Il nuovo corso di questa serie ha un sapore leggermente retrò, un misto tra Tre millimetri al giorno, Viaggio allucinante e Reanimator. Fantascienza sanguigna, insomma, nel senso letterale del termine. Un genere che non si vede spesso nei fumetti supereroistici, se non, al massimo, nella sua veste splatter e parodistica. Io, a dirla tutta, non so proprio chi sia Atom, ma quest'albetto mi incuriosisce: teste fluttuanti in contesto suburbano, virus dalla forma di furby sanguinolenti (ma senza faccia), possibili scissioni casuali di atomi... Cosa si può volere di più? Scrittore e disegnatore a me sconosciuti, mi sembra facciano il loro mestiere, ma, ecco, vi aggiornerò di numero in numero... (p.s. la cover è di un numero vecchio ma mi sembrava più interessante di quella giusta.)

venerdì 11 aprile 2008

WHAP WHAP WHAP - ovvero Countdown to Final Crisis #03



Questa roba è diventata talmente brutta da non essere neppure ridicola, o trash. Brutta e basta. Dini tira avanti a forza di trovate deplorevoli un plot stracco e prevedibilissimo, tratta i personaggi come pupazzetti senza perché e percome (caso esemplare Mary Marvel: buona, cattiva, di nuovo buona, di nuovo cattiva - ma come hanno deciso il profilo dei personaggi? Tirando una moneta a ogni numero?), mette in scena sequenze d'azione totalmente risibili. Qualcosa di meglio (poco) la fa Williams ai disegni, che però hanno un piglio cartoonesco e poco definito che non mi sconfiffera molto.

(sì, insomma, uno strazio... meno male che manca poco)

Fantastic Four 554 - Là dove Brubacker fallisce (vedi Uncanny), Millar colpisce in pieno con un inizio che viene fuori direttamente da Ritorno al Futuro (parte 3). Azzecca i personaggi al primo colpo; ci regala un paio di dialoghi da antologia («Besides, you know what it's like being in the FF: it's the end of the world fot ten minutes and then nothing happens for the next three months»); e finalmente un cliffhanger non troppo sboldro, né esagerato: più che tensione crea una curiosità minacciosa. Hitch ha dei problemi con le facce dei personaggi, ma si salva con le strepitose vignette storte o certe inquadrature da giratesta che sa fare solo lui.

sabato 5 aprile 2008

action comics 863

geoff johns è il miglior scrittore di fumetti prettamente supereroistici del momento.
poche storie, in sei numeri ti racconta una delle migliori storie apparse su una serie regolare di superman negli ultimi anni.
e, soprattutto, riesuma la legione dei supereroi - quella vera - raccogliendo il testimone lasciato più di dieci anni fa da levitz e giffen.
e, se non bastasse, nel farlo risolve alcuni buchi di continuity legati alle varie crisis susseguitisi nel corso degli anni.
ma, siccome il nostro è anche amico di grant morrison, prepara contemporaneamente alcune sottotrame che a quanto pare si svilupperanno durante final crisis.
che cosa si può volere di più?
dei buoni disegni, forse. a questo ci pensa gary frank, con quel suo tratto un pò legnosetto e spigolosetto ma anche spettacolare e gradevole.
poche storie: questo è uno dei migliori fumetti della dc, e va letto. e c'è la legione, dio buono.

mercoledì 2 aprile 2008

Secret Invasion #1



Miseriaccia, la botta è bella forte, e ben piazzata. Non tanto per l'invasione che inizia in pompa magna (con l'Helicarrier che va giù per tipo la terza volta in cinque mesi, il Baxter building divorato dalla Zona Negativa, e tizio è uno skrull, e tizio l'altro è uno skrull pure lui), quanto per il colpo di scena verso la tre quarti del numero: un colpo di scena vero, sempre a riguardo degli skrull, giocato in maniera che mica ci si aspettava, ribaltando (o, meglio, mettendo in campo la possibilità di ribaltare) tutte le storie e tutti i maggiori personaggi di 30 anni di fumetti Marvel. Il colpo di genio del Bendis sta nell'aver portato tutti, in questi mesi, a cincischiare sui singoli personaggi, a disquisire capziosamente su uno o l'altro super-eroe, o storyline - per poi buttare giù la briscola grossa e portarsi a casa piatto, fiera e giocatori.
I disegni di Yu sono altalenanti: bene nelle scene di massa, fanno abbastanza spavento nei primi piani, o quando c'è Sentry (no, davvero, ce l'avrà col personaggio, non lo azzecca una volta che sia una).
Ghost rider 20 - il nuovo ciclo inizia con Ghost Rider alla ricerca di un angelo per andare in paradiso. Non so il motivo. Già quest'idea e il fatto che la storia inizi in un confessionale hanno molto limitato la mia attenzione. Ho un'idiosincresia per gli angeli. I disegni (e meno male anche i colori) sono buoni, ma questo fumetto è la prova dei danni che garth ennis (sia con preacher che con hellblazer) ha fatto sulle menti più deboli. Niente di male, eh. È giusto e sensato che il cattolicesimo diventi una sboldrata da fumetti supereroistici, un po' come la mitologia. In effetti ha tutte le caratteristiche che gli servono. Eppure c'è qualcosa nel modo in cui Aaron utilizza i cliché che rende questo fumetto un ottimo divertimento per quattordicenni e niente più.

martedì 1 aprile 2008

Hulk 2 (nuova serie) - Finalmente dei bei disegni, delle ottime chine, dei colori come si deve! Niente di nuovo, naturalmente, ma non è questo che ci si aspetta da Hulk. Piuttosto Loeb se la prende comoda. Mette in campo qualche colpo di scena, fa apparire il nuovo Hulk rosso il minimo necessario per giustificare il nome della testata, aggiunge un dettaglio alla volta, come le gocce che cadono da un rubinetto chiuso male: poche, meccaniche e implacabili. Si può fare di meglio, ma visti gli Ultimates si poteva fare anche molto di peggio. Piuttosto, fa un po' pena vedere qualcuno che non è dotato per l'umorismo tentare battutine qua e là, senza nessuna verve...